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Ferrante: «Autonomia voluta dal centrosinistra, oggi è solo attuazione»

di Redazione Ilquotidianodinapoli.it
01/10/2024
in Politica
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Ferrante: «Autonomia voluta dal centrosinistra, oggi è solo attuazione»

Visconti (Ficei e Asi Salerno): «Regole varieranno tra regioni, un danno per il sistema»

«L’autonomia differenziata di cui si parla oggi altro non è che l’attuazione di una legge costituzionale del 2001 varata da un governo di centro-sinistra che ha cambiato, che ha innovato l’articolo 116 della Costituzione. Oggi siamo davanti a un’attuazione di una legge costituzionale fatta da altri». Lo ha detto il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Tullio Ferrante, nel corso dell’evento «Sud Nord Invest» organizzato dalla Ficei e dall’Asi di Salerno, presiedute da Antonio Visconti.

«È opportuno dire che, credo 5-6 anni fa, proprio la Regione Campania, in persona del suo Presidente, chiedeva con un’apposita deliberativa il decentramento di alcune competenze allo Stato. Nell’ambito di quelle competenze c’erano materie come i porti, come le Zes, come la trasformazione urbana. Richieste che la Regione Campania ha fatto qualche anno fa al governo» ha sottolineato Ferrante.

«Rispetto a questa legge, il ruolo del governo, è quello di garantire la determinazione e la quantificazione dei livelli essenziali di prestazioni e ovviamente l’impegno massimo nel far sì che i negoziati sulle materie lep possano partire contestualmente alle materie non lep. Ma dati alla mano il governo italiano ha deciso di destinare il 56,5% delle Risorse PNRR e PNC alle 8 regioni del Sud. Voglio ricordare che il 40% delle risorse destinate al potenziamento delle reti metropolitane, al potenziamento delle linee ferroviarie lato merci, il 40% delle risorse destinate alla digitalizzazione della catena logistica andranno al Sud. Voglio ricordare che il 41% delle risorse destinate ad interventi portuali andranno al Meridione. Quindi questi sono dati che smentiscono categoricamente quella versione che invece vuole un sud in qualche modo isolato o poco preso in considerazione dall’Esecutivo», ha concluso Ferrante.

«L’autonomia differenziata è solo propaganda elettorale. Come è stata concepita, senza fondi, non può essere altrimenti, ora. Dire che non abbiamo 100 miliardi, che sono i soldi che servono per far partire i lep, vuol dire che si fa solo propaganda», ha detto invece Michele Gubitosa, Deputato e vicepresidente del Movimento 5 Stelle.

«Da deputato del sud mi viene detto che non bisogna fare più assistenzialismo. Ma nella realtà hanno distrutto le Zes, non ci sono più le decontribuzioni. Fino al 2018 ho avuto la fortuna di avere un’azienda con oltre 100 dipendenti qui in Campania, un’azienda con oltre 100 dipendenti a Roma, e un’azienda con oltre 100 dipendenti a Cernusco. Io sulla mia pelle posso dire che avere un’azienda, uno stabilimento, con centinaia di dipendenti a Cernusco sul Naviglio non è la stessa cosa di avere un’azienda qui al Sud. Quando io ho creato lo stabilimento in provincia di Benevento, ho dovuto asfaltare la strada pubblica per far arrivare i miei dipendenti verso il mio capannone. Ho dovuto fare i parcheggi, tutto a spese mie. Quindi come si fa a dire che un’azienda del sud deve avere le stesse condizioni economiche di un’azienda del Nord?», ha chiosato Gubitosa.

«La realtà è che il tema dell’autonomia è utilizzato oggi come grimaldello del centrosinistra. Raccontare che c’è un tema Nord contro Sud e che questa riforma acuirà il divario è una cosa semplice da raccontare perché non esiste una controprova. Perché l’autonomia differenziata ad oggi è una riforma che non è stata attuata e allora l’elencazione di cose che non funzionano è un’elencazione per me interessante. Ma tutto quello che oggi non funziona non è dovuto dall’autonomia differenziata, che non è entrata ancora in funzione, è frutto delle amministrazioni passate» ha ribattuto Gianpiero Zinzi, deputato della Lega e commissario del partito in Campania.

«Da campano dico che il divario nord-sud non esiste per l’autonomia differenziata e non l’ha creato questa legge. Io credo che la Campania debba cominciare a coltivare l’ambizione di competere. I tanti primati annunciati e mai realizzati ci dimostrano che in tutti questi anni c’è stata una volontà, un tentativo a cui sono seguiti una serie di fallimenti. Io mi sono convinto della bontà dell’autonomia differenziata nel 2019, quando ero consigliere regionale e paradossalmente mi ha convinto Vincenzo De Luca», sottolinea Zinzi.

«È evidente che questa riforma proposta dal governo di centrodestra si appoggia su una modifica del titolo quinto fatta nel 2001 che ha aperto la strada, ha aperto un varco su cui avremmo potuto discutere» ha detto invece Piero De Luca, deputato Pd che ha aggiunto: «Ma è un varco che questo governo ha aperto e ha squarciato andando nella direzione che non era quella ipotizzata da chi ha realizzato questa riforma. Perché questa riforma c’era un elemento di equilibrio, si diceva c’era la possibilità di devolvere alcune competenze, alcune materie. Si prevedeva un elemento di compensazione ulteriore legato al 119 e non al 116».

«Noi veniamo da decenni in cui, per responsabilità di tutte le forze politiche, il riparto di risorse veniva fatta nel nostro Paese sulla base di un criterio che è la spesa storica il Mezzogiorno ha oggi meno risorse di quante non arrivino al nord questa è la realtà. Ma questo Governo ha un’idea in testa che non è volta a creare unità e coesioni nazionali. Io sono d’accordo, non è una riforma che va contro il Sud, è una riforma che va contro l’Italia intera».

Netta la bocciatura dell’autonomia differenziata da parte degli industriali. «L’autonomia differenziata, posta nella riforma del titolo quinto della Costituzione, introdotta nel 2001, per anni è rimasta disattesa e questo governo, proseguendo il lavoro iniziato dai governi precedenti, ha inteso rilanciare. L’autonomia differenziata prevederà nell’impianto attuale una contrattazione tra le regioni e il governo per la delega di una potestà legislativa esclusiva in una serie di materie rilevantissime, che sono elencate nell’articolo 117 della Costituzione. Molte impattano anche la politica industriale» ha detto Antonio Visconti.

«Immaginiamo nell’ambito del governo del territorio, quindi la disciplina industriale, la disciplina urbanistica che potrebbero variare da regione a regione e vedere regolamenti diversi tra di esse. Ci potremmo ritrovare ad avere 20 sistemi diversi di gestione in tantissimi campi come la produzione e il trasporto di energia. Tutto ciò un lato potrebbero migliorare il rapporto tra le imprese e le istituzioni, potendo contare su una catena di gestione di comando più corta, ma dall’altro lato si potrebbe correre il rischio di favorire una frammentazione, una perdita di competitività del nostro sistema Paese» ha sottolineato Visconti.

Tags: Antonio ViscontiAsi SalernoFederazione italiana consorzi enti industrializzazioneGianpiero ZinziMichele GubitosanewsPiero De LucaTullio Ferrante

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